Buon compleanno Gianca’! Il ricordo di Giancarlo Siani

Lo scorso 12 settembre è stata lanciata sul web la campagna in ricordo di Giancarlo Siani. L’invito chiede di modificare l’immagine del profilo facebook con una foto del giornalista, in attesa del suo compleanno. A distanza di una settimana i volti di Giancarlo tra gli utenti iscritti alla pagina dell’Associazione Studenti Napoletani Contro la Camorra (e anche tra quelli non iscritti) sono davvero tanti e tanti sono i modi con cui le persone hanno deciso di ricordare il giornalista anti-camorra.Il compleanno di Siani è ormai vicino e i volontari dell’Associazione Studenti Napoletani Contro la Camorra, presieduta da Simone Scarpati, hanno deciso di non lasciare che la loro iniziativa resti sul web, ma hanno organizzato una festa che si terrà il 19 settembre in Via Chiatamone all’esterno della sede de “Il Mattino”, il giornale per cui Giancarlo scriveva.
Intorno all’iniziativa degli “studenti anti-camorra” si sono strette diverse realtà del mondo associativo e del volontariato come “Agisco”, “Callystoarts”, “Confederazione degli studenti”, le “Acli”; naturalmente, appoggia totalmente il progetto la nota web-radio della legalità “Radiosiani”.
L’evento vedrà la partecipazione della cronista de “Il Mattino” Giuliana Covella che si è detta felicissima dell’iniziativa. Tra pochi giorni ricorrerà anche l’anniversario dell’omicidio del giovane giornalista: il 23 settembre 1985, quattro giorni dopo aver compiuto 26 anni, appena giunto sotto casa sua con la propria Mehari, Giancarlo Siani venne ucciso. Siani, trasferito dalla redazione di Castellammare di Stabia a quella centrale de Il Mattino, all'epoca diretto da Pasquale Nonno, proveniva dal quotidiano di via Chiatamone. Per chiarire i motivi che hanno determinato la morte e identificare mandanti ed esecutori materiali furono necessari 12 anni e 3 pentiti.
Arrivano alla sede dell’Associazione Studenti Napoletani Contro la Camorra anche le parole del dott. Paolo Siani, fratello di Giancarlo: Se oggi tutti voi ricordate il nome di mio fratello e non quelli di chi l'ha ucciso vuol dire che un'altra Napoli è ancora possibile, che il suo messaggio continua a fare breccia nei cuori e nelle menti dei tanti, che il suo sacrificio non è stato inutile.
E’ un dovere ricordare, mantenere viva la memoria di chi, con grande coraggio, ha creduto fino in fondo al proprio lavoro di giornalista.

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