Irpef, arrivano i mini-sconti per i figli: a gennaio sgravi fino a 40-50 euro

In attesa che dopo il voto si concretizzi, eventualmente, qualcuna delle numerose promesse elettorali in materia di fisco, gli italiani da questo fine mese possono trovare qualcosa di più piccolo ma anche più concreto nella propria busta paga. Con gli stipendi di gennaio e con le rate di pensione viene riconosciuto l’incremento delle detrazioni Irpef per i familiari a carico inserito nella legge di stabilità. Se i sostituti d’imposta sono stati solerti nell’applicare la nuova normativa, lo sconto d’imposta risulterà accresciuto, rispetto al 2012, per un importo mensile che va da una decina di euro nel caso di un solo figlio a 30-40 o anche di più per una prole più numerosa. La misura era stata decisa alla Cameera dei Deputati, dopo che il governo nella prima versione della legge aveva proposto una riduzione delle aliquote Irpef, accoppiata però ad una riduzione delle attuali detrazioni e deduzioni per oneri (diverse dunque da quelle per i figli). Alla fine è prevalsa l’idea di dare un piccolo segnale alle famiglie, accompagnato dalla rinuncia ad applicare l’aumento dell’Iva sull’aliquota intermedia del 10 per cento. Nel complesso gli sgravi valgono circa un miliardo l’anno; dal 2014 arriveranno invece i benefici per le imprese sotto forma di un alleggerimento dell’Irap.
LO SCHEMA Per quanto riguarda le detrazioni per i figli, non è stato toccato l’attuale impianto che prevede un vantaggio decrescente in base al crescere del reddito, che si annulla intorno ai 95 mila euro. Sono stati però aumentati gli importi di base della detrazione, quindi lo sgravio aumenta seppur in misura differenziata per tutte le categorie di contribuenti. In particolare la detrazione base sale da 800 a 950 euro per ciascun figlio e da 900 a 1220 nel caso dei minori di tre anni. A questa somma vanno poi aggiunti 400 euro nel caso in cui il figlio sia portatore di handicap: anche per quest’ultima tipologia c’è stata una maggiorazione. Si tratta di cifre annuali, che poi vanno naturalmente ripartite sui dodici mesi e - come già detto - si riducono a mano a mano che il reddito del lavoratore e del pensionato aumenta. Così nel caso il figlio sia uno solo il beneficio mensile rispetto allo scorso anno è di 10 euro, che scendono a 8 nel caso di un contribuente con imponibile Irpef mensile di 3.000 euro, e poi ulteriormente se il reddito è ancora più alto. Ma l’importo è all’incirca doppio con un figlio minore di tre anni e con un portatore di handicap: il vantaggio è proporzionalmente maggiore per chi guadagna poco.
LA DIVISIONE TRA I GENITORI Gli sgravi diventano poi più sostanziosi per le famiglie numerose: con 3 figli si va da 34 euro mensili con un reddito di 1.000 a 25 con 3.000, se sono quattro si passa da 46 a 36. Queste somme crescono ancora se qualcuno degli interessati ha meno di tre anni oppure è disabile, oppure qualora il nucleo sia ancora più numeroso. Naturalmente gli importi saranno divisi tra i genitori nel caso in cui entrambi abbiano un reddito sottoposto a Irpef. La legge di stabilità non ha previsto incrementi per l’altra detrazione familiare, quella che riguarda l’eventuale coniuge a carico. Va ricordato che perché un componente del nucleo familiare sia considerato a carico ai fini dell’Irpef occorre che non abbia un proprio reddito superiore a 2.840 euro: un importo fissato parecchi anni fa e che da allora non è stato rivalutato. Sono quindi sufficienti piccoli introiti derivanti magari da lavoretti e far perdere al capofamiglia il beneficio fiscale. Per i figli non ci sono però limiti di età: se la soglia di reddito non viene superata si può restare a carico anche fino a trent’anni e oltre.-mattino.it-

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