Strage di Sassano: ascoltati i testimoni. In aula il video dell’incidente, l’auto di Paciello a 149 km orari

Si è riaperto, questa mattina, in un’aula del Tribunale di Lagonegro, il processo contro Gianni Paciello, il 22enne che lo scorso 28 settembre uccise davanti al bar “New Club 2000″ nella frazione Silla di Sassano quattro giovanissimi del posto: Giovanni e Nicola Femminella, Daniele e Luigi Paciello, quest’ultimo fratello di Gianni. Paciello, oggi, non era presente in aula, per lui c’era solo sua mamma Pina. Questa mattina sono stati ascoltati alcuni testimoni dell’accusa e delle parti civili, in totale le persone che hanno deposto davanti al giudice Salvatore Bloise sono state dieci: i Carabinieri che hanno effettuato i rilievi sul luogo della tragedia, gli inquirenti e un testimone oculare, la prima persona che si è trovata davanti al locale della strage. L’accusa a carico del 22enne che era stata inizialmente ipotizzata era quella di omicidio volontario poi derubricata a quella di omicidio colposo. A febbraio il GUP aveva respinto sia la richiesta di rito alternativo presentata dagli avvocati Alfonso Giuliano e Gennaro Lavitola, difensori di Gianni Paciello, sia la richiesta di chiamata in causa dell’assicurazione, quest’ultima perché la polizza non era intestata all’imputato. In aula erano presenti i genitori di Nicola e Giovanni Femminella e di Daniele Paciello, insieme ad alcuni parenti e amici. La prossima udienza si terrà tra poco più di 20 giorni, il 5 giugno. In questa data verranno ascoltati tutti i testimoni della parte civile per un numero di otto persone. Durante l’udienza è stata più volte messa in evidenza l’alta velocità della BMW alla cui guida c’era il 22enne e la mancanza della frenata, dovuta proprio all’andatura veloce della macchina. Il teste oculare ha proferito davanti al giudice Bloise che l’auto non ha svoltato nella rotatoria ma è andata dritta all’incrocio superando la rotonda, a causa dell’alta velocità si è girata su se stessa, poi ha colpito una struttura in ferro battuto fatta posizionare al centro della rotonda in occasione del Giro d’Italia per poi andarsi a schiantare contro la vetrina del bar. Una tesi che è stata confermata ed avvalorata anche dai periti e dai militari che hanno eseguito i rilievi. Successivamente ad esporre la propria testimonianza è stato il perito della Procura, il dottor Carmine Longobardi. Sono le 16:35 del 28 settembre 2014, quando Gianni Paciello sale in macchina dopo aver salutato la sua fidanzata che lavora in un bar di Silla, diretto probabilmente nel suo locale per andare a servire i suoi clienti, quando per fatalità o incoscienza decide di portare la sua macchina a 149km orari. Gianni quella domenica non arriverà mai al suo bar. Sono le 16:35 e 43 secondi Paciello è alla rotonda, perde il controllo della sua auto e solo un secondo dopo piomba sui tavolini del “New Club 2000”, muoiono sul colpo i fratelli Giovanni e Nicola Femminella e Daniele e Luigi Paciello. Il video fatto vedere questa mattina in tribunale parla da solo, una manciata di secondi ha cambiato per sempre la vita di tre famiglie e di cinque ragazzi. Il dott. Longobardi ha raccontato che l’auto di Paciello ha impiegato mezzo secondo per superare la rotonda e che la vettura non presentava nessun tipo di problema meccanico. Attualmente il 22enne si trova agli arresti domiciliari in una struttura protetta messa a disposizione dalla Caritas. “Voglio giustizia – ripete ad ogni udienza Michele Paciello, papà di Daniele – questa persona ha ucciso mio figlio e deve essere punita per quello che ha fatto. Io voglio che venga punito severamente per quello che ha fatto. Io adesso ho un figlio sotto terra e nessuno più me lo ridarà”. – Giovanna Quagliano ondanews –

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